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Luglio 2009

Le Tecniche di Visualizzazione nel Gongfu

Moltissime Scuole di meditazione e di yoga di origine indiana fanno uso, nelle loro pratiche meditative, di tecniche di "visualizzazione", tecniche che vengono usate, secondo i loro insegnamenti, per trovare calma interiore, concentrazione e focalizzazione del pensiero, necessario per poter vivere l'esperienza meditativa all'unisono con il corpo, evitando che i complessi problemi delle vita quotidiana possano distrarre e irrompere, con tutta la loro veemenza emotiva, nella mente del praticante, agitandolo con inutili pensieri.

Aiutandosi con il respiro e focalizzando l'immaginazione si creano immagini mentali di un certo tipo, spesso riuscendo a vedere fiori o "mandala" (arazzi tibetani simbolici), la mente in questo modo si rilassa e può partecipare attivamente all'esercizio meditativo e contribuire cosi al raggiungimento delle specifiche abilità sviluppate dalle Asana.

Moltissime scuole di yoga si fermano qui con le spiegazioni, assicurando il praticante che quella calma è necessaria e sufficiente per accedere alle porte delle nuove percezioni offerte dai chakra "aperti" che vengono stimolati dalle varie posizioni di yoga.

Ogni scuola indiana ha le sue peculiari e specifiche visualizzazioni e modi per ottenerle, alcune scuole ne usano 4 o 5 altre invece arrivano anche a 20 diverse visualizzazioni, alcune molto complesse e richiedono molto studio e concentrazione.

Sommando le visualizzazioni delle varie scuole, si può arrivare ad un totale di circa un centinaio di visualizzazioni diverse, alcune molte simili, seguono gli stessi principi differenziandosi solo per pochissimi particolari, altre invece molto diverse da a scuola a scuola.

Visualizzare un mandala significa vedere nel buio della propria mente un cerchio iridescente, magari posizionato su uno sfondo di colore più tenue, questo cerchio poi va incrociato lungo il suo perimetro con altri cerchi, inizialmente 4 o 6, posizionati in maniera simmetrica, anch'essi di un colore diverso dai precedenti.
All'interno di ognuno di questi cerchi si può visualizzare un rombo tridimensionale, come un' ametista, di colore rubino mentre l'interno del cerchio centrale viene riempito con un'altro cerchio e poi con altri cerchi sul perimetro, di solito di numero inferiore al precedente.
L'ordine e i colori usati per costruire mentalmente la figura sono molto importanti perchè l'effetto mentale può differire di molto.

VDi solito il mandala da visualizzare viene prima mostrato in foto o come disegno ai praticanti che devono ricordarselo successivamente a memoria, i mandala oggetto di visualizzazione sono cosi codificati per ogni scuola per livello di difficoltà e grado.

Col tempo i disegni si fanno più complessi e un praticante ben allenato negli anni può arrivare tranquillamente a visualizzare un mandala composto da 58-64 cerchi tutti intersecati in maniera simmetrica.

Allo stesso modo anche alcune arti marziali indonesiane, hanno nel proprio bagaglio esoterico di conoscenze, concetti analoghi e pratiche di allenamento in cui i propri praticanti inseriscono tecniche di visualizzazione durante la memorizzazione e l'allenamento di determinati movimenti.
In questo caso ciò che deve essere visualizzato non è un mandala ma un oggetto specifico, che può essere una lancia particolare o uno scudo sacro, oppure una scimitarra lucente, a volte il simbolo della scuola.
Questa pratica serve per infondere coraggio e forza nel praticante oltre che definirne la focalizzazione durante l'esecuzione delle tecniche, oltretutto visualizzare in gruppo uno stesso oggetto accresce di molto il senso di appartenenza allo stesso gruppo e spinge ad una collaborazione più serrata e al lavoro di squadra.

Nel gongfu invece il concetto di visualizzazione si fa più complesso...

Avendo origini indiane, condivide con quelle scuole alcuni principi, ma poi è stato ulteriormente affinato e sviluppato seguendo i principi propri del Qigong e delle pratiche ascetiche Tibetane.
Per un praticante di gongfu tenere focalizzata la mente su un oggetto specifico non torna molto utile perchè l'effetto che si vuole ottenere, che può andar bene per un fachiro indiano o un asceta, risulta troppo limitato a quel contesto che vede nella contemplazione il principio guida.

Nei secoli le pratiche di Qigong si sono cosi raffinate che in Cina la visualizzazione viene usata solo in alcuni contesti specifici per attivare determinate tecniche mentali.

Una pratica che fa molto uso della visualizzazione è l'esercizio tradizionale del visualizzare, in posizione di meditazione, l'esecuzione di una intera forma (LU), immaginando correttamente il movimento di ogni parte del corpo pur mantenendo la figura intera del praticante in azione, cioè senza perdere di vista l'intero corpo che si muove a scapito dell'arto.

Il praticante scendendo in profonda concentrazione focalizza se stesso dapprima in piedi, come se si osservasse da qualche metro di distanza e poi inizia a visualizzare i movimenti completi del corpo, tutti insieme nel loro fluire e modificarsi, ricreando dettagliatamente la scena reale in cui lui si allena magari su un prato all'aria aperta.

Ogni forma viene in questo modo visualizzata per ore, senza percepire ovviamente la stanchezza che deriva da un allenamento reale, il corpo la impara perfettamente senza che però si muova un muscolo, poichè il praticante rimane tutto il tempo in posizione di meditazione.

Dapprima si visualizzano forme corte, col tempo si porta il praticante a visualizzare sequenze molto più lunghe, di 64 o 88 movimenti.

Questo esercizio molto potente se fatto costantemente, sviluppa moltissime qualità nel praticante, fra cui, innanzitutto, la concentrazione e la disciplina mentale; il praticante non permette alla propria mente di distogliersi da ciò che fà, anche per ore intere, pur non limitandola ad un disegno statico.
E' qui la profonda importanza dell'esercizio poichè la mente non va in "autoipnosi" come invece accade per le pratiche menzionate poco sopra, ma rimane al contrario, ipervigile e attenta, pronta a rientrare alla realtà in ogni istante della pratica.

Inoltre questo tipo di attività psichica, che spinge ad un movimento immaginato, aumenta la potenza psichica, la mente è in grado di produrre onde di veglia più stabili nel tempo e di intensità molto maggiore, che si rivelano determinanti durante un combattimento in cui la mente deve mantenere la propria percezione su moltissimi particolari dell'avversario contemporaneamente.

La pratica della visualizzazione dinamica è entrata nel patrimonio di moltissime pratiche mediche occidentali, basta pensare alla fisioterapia in cui al paziente immobilizzato viene detto di immaginare il movimento dell'arto ripetutamente e con dovizia di particolari, questo aiuta di molto la formazione di reti nervose motorie specifiche e accelera i processi riabilitativi.
Cosi come è anche ben noto che alcuni sciatori arrivano a visualizzare più e più volte la discesa che devono compiere in una gara fino a "vederla" cosi dettagliatamente che poi percorrerla anche solo per la prima volta non è più un problema e l'emotività della gara viene superata molto prima.

"Cavalcare la tigre" o anche "domare la tigre" erano alcuni termini antichi che stavano ad indicare oltre che alcune specifiche tecniche di combattimento, anche la capacità per un praticante avanzato di poter domare il suo inconscio interiore e non permettere alla sua mente di divagare quando erano necessarie concentrazione massima e precisione tecnica.

ssociate alle diverse visualizzazioni mentali, tradizionalmente, il praticante doveva muovere le dita della mano assumendo alcune posizioni caratteristiche, note e studiate all'interno della scuola.

La ripetizione di tali gesti con le dita associate alle continue visualizzazioni permetteva di creare un legame "cinestesico" che facilitava il richiamo di quella specifica visualizzazione associata, e quindi poter rivivere a comando alcune specifiche "emozioni" e "poteri" che da quella visualizzazione scaturivano, ma questo sarà oggetto di un prossimo e più specifico articolo...

 

Centro Studi Gongfu Tradizionale
Gruppo Ricerche Storiche e Filosofiche