Le Tecniche di Visualizzazione nel Gongfu
Moltissime Scuole di meditazione e di yoga
di origine indiana fanno uso, nelle loro pratiche meditative, di tecniche
di "visualizzazione", tecniche che vengono usate, secondo i loro
insegnamenti, per trovare calma interiore, concentrazione e
focalizzazione del pensiero, necessario per poter vivere l'esperienza
meditativa all'unisono con il corpo, evitando che i complessi problemi
delle vita quotidiana possano distrarre e irrompere, con tutta la loro
veemenza emotiva, nella mente del praticante, agitandolo con inutili
pensieri.
Aiutandosi con il respiro e focalizzando l'immaginazione
si creano
immagini mentali di un certo tipo, spesso riuscendo a vedere fiori o
"mandala" (arazzi tibetani simbolici), la mente in questo modo si rilassa e può partecipare attivamente all'esercizio
meditativo e contribuire cosi al raggiungimento delle specifiche abilità
sviluppate dalle Asana.
Moltissime scuole di yoga si fermano qui con le spiegazioni, assicurando
il praticante che quella calma è necessaria e sufficiente per accedere
alle porte delle nuove percezioni offerte dai chakra "aperti" che
vengono stimolati dalle varie posizioni di yoga.
Ogni scuola indiana ha le sue peculiari e specifiche visualizzazioni
e modi per ottenerle, alcune scuole
ne usano 4 o 5 altre invece arrivano anche a 20 diverse visualizzazioni,
alcune molto complesse e richiedono molto studio e concentrazione.
Sommando le visualizzazioni delle varie scuole, si può arrivare ad un
totale di circa un centinaio di visualizzazioni diverse, alcune molte
simili, seguono gli stessi principi differenziandosi solo per
pochissimi particolari, altre invece molto diverse da a scuola a scuola.
Visualizzare un mandala significa vedere nel buio della propria mente un
cerchio iridescente, magari posizionato su uno sfondo di colore più
tenue, questo cerchio poi va incrociato lungo il suo perimetro con altri
cerchi, inizialmente 4 o 6, posizionati in maniera simmetrica, anch'essi
di un colore diverso dai precedenti.
All'interno di ognuno di questi cerchi si può visualizzare un rombo
tridimensionale, come un' ametista, di colore rubino mentre l'interno
del cerchio centrale viene riempito con un'altro cerchio e poi con altri cerchi sul
perimetro, di solito di numero inferiore al precedente.
L'ordine e i colori usati per costruire mentalmente la figura sono molto
importanti perchè l'effetto mentale può differire di molto.
VDi solito il mandala da visualizzare viene prima mostrato in foto o come
disegno ai praticanti che devono ricordarselo successivamente a memoria,
i mandala oggetto di visualizzazione sono cosi codificati per ogni
scuola per livello di difficoltà e grado.
Col tempo i disegni si fanno più complessi e un praticante ben allenato
negli anni può arrivare tranquillamente a visualizzare un mandala
composto da 58-64 cerchi tutti intersecati in maniera simmetrica.
Allo stesso modo anche alcune arti marziali indonesiane, hanno nel
proprio bagaglio esoterico di conoscenze, concetti analoghi e pratiche
di allenamento in cui i propri praticanti inseriscono tecniche di
visualizzazione durante la memorizzazione e l'allenamento di determinati
movimenti.
In questo caso ciò che deve essere visualizzato non è un mandala ma un
oggetto specifico, che può essere una lancia particolare o uno scudo
sacro, oppure una scimitarra lucente, a volte il simbolo della scuola.
Questa pratica serve per infondere coraggio e forza nel praticante oltre
che definirne la focalizzazione durante l'esecuzione delle tecniche,
oltretutto visualizzare in gruppo uno stesso oggetto accresce di molto
il senso di appartenenza allo stesso gruppo e spinge ad una
collaborazione più serrata e al lavoro di squadra.
Nel gongfu invece il concetto di visualizzazione si fa più complesso...
Avendo origini indiane, condivide con quelle scuole alcuni principi, ma
poi è stato ulteriormente affinato e sviluppato seguendo i principi
propri del Qigong e delle pratiche ascetiche
Tibetane.
Per un praticante di gongfu tenere focalizzata la mente su un oggetto
specifico non torna molto utile perchè l'effetto che si vuole ottenere,
che può andar bene per un fachiro indiano o un asceta, risulta troppo
limitato a quel contesto che vede nella contemplazione il principio
guida.
Nei secoli le pratiche di Qigong si sono cosi raffinate che in Cina la
visualizzazione viene usata solo in alcuni contesti specifici per
attivare determinate tecniche mentali.
Una pratica che fa molto uso della visualizzazione è l'esercizio
tradizionale del visualizzare, in posizione di meditazione, l'esecuzione
di una intera forma (LU), immaginando correttamente il movimento di ogni
parte del corpo pur mantenendo la figura intera del praticante in
azione, cioè senza perdere di vista l'intero corpo che si muove a
scapito dell'arto. |
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Il praticante scendendo in profonda concentrazione
focalizza se stesso dapprima in piedi, come se si osservasse da qualche
metro di distanza e poi inizia a visualizzare i movimenti completi del
corpo, tutti insieme nel loro fluire e modificarsi, ricreando
dettagliatamente la scena reale in cui lui si allena magari su un prato
all'aria aperta.
Ogni forma viene in questo modo visualizzata per
ore, senza percepire ovviamente la stanchezza che deriva da un
allenamento reale, il corpo la impara perfettamente senza che però si
muova un muscolo, poichè il praticante rimane tutto il tempo in
posizione di meditazione.
Dapprima si visualizzano forme corte, col tempo si
porta il praticante a visualizzare sequenze molto più lunghe, di 64 o 88
movimenti.
Questo esercizio molto potente se fatto costantemente, sviluppa
moltissime qualità nel praticante, fra cui, innanzitutto, la
concentrazione e la disciplina mentale; il praticante non permette alla
propria mente di distogliersi da ciò che fà, anche per ore intere, pur
non limitandola ad un disegno statico.
E' qui la profonda importanza dell'esercizio poichè la mente non va in
"autoipnosi" come invece accade per le pratiche menzionate poco sopra,
ma rimane al contrario, ipervigile e attenta, pronta a rientrare alla
realtà in ogni istante della pratica.
Inoltre questo tipo di attività psichica, che spinge ad un movimento
immaginato, aumenta la potenza psichica, la mente è in grado di produrre
onde di veglia più stabili nel tempo e di intensità molto maggiore, che
si rivelano determinanti durante un combattimento in cui la mente deve
mantenere la propria percezione su moltissimi particolari
dell'avversario contemporaneamente.
La pratica della visualizzazione dinamica è entrata nel patrimonio di
moltissime pratiche mediche occidentali, basta pensare alla fisioterapia
in cui al paziente immobilizzato viene detto di immaginare il movimento
dell'arto ripetutamente e con dovizia di particolari, questo aiuta di
molto la formazione di reti nervose motorie specifiche e accelera i
processi riabilitativi.
Cosi come è anche ben noto che alcuni sciatori arrivano a visualizzare più e più
volte la discesa che devono compiere in una gara fino a "vederla" cosi
dettagliatamente che poi percorrerla anche solo per la prima volta non è
più un problema e l'emotività della gara viene superata molto prima.
"Cavalcare la tigre" o anche "domare la tigre"
erano alcuni termini antichi che stavano ad indicare oltre che alcune
specifiche tecniche di combattimento, anche la capacità per un
praticante avanzato di poter domare il suo inconscio interiore e non
permettere alla sua mente di divagare quando erano necessarie
concentrazione massima e precisione tecnica.
ssociate alle diverse visualizzazioni mentali, tradizionalmente, il
praticante doveva muovere le dita della mano assumendo alcune posizioni
caratteristiche, note e studiate all'interno della scuola.
La ripetizione di tali gesti con le dita associate alle continue visualizzazioni
permetteva di creare un legame "cinestesico" che facilitava il richiamo di
quella specifica visualizzazione associata, e quindi poter rivivere a comando
alcune specifiche "emozioni" e "poteri" che da quella visualizzazione
scaturivano, ma questo sarà oggetto di un prossimo e più specifico articolo...
Centro Studi Gongfu
Tradizionale
Gruppo Ricerche Storiche e
Filosofiche
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