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Luglio 2009

Il Significato Tradizionale delle Forme
nel Gongfu

Nello studio del gongfu l'allievo incontra molto presto il concetto di "forma", cioè una sequenza prestabilita di movimenti e di tecniche che devono essere eseguite secondo modalità specifiche che sono caratteristica propria di ogni Stile.
Le forme sono tutte diverse e nello studio di un Sistema l'allievo ne incontra parecchie, un Sistema complesso e antico può comprendere lo studio di 80-90 forme, esistono stili particolari che hanno un bagaglio di conoscenze così vasto da includere nello studio addirittura più di 200 forme!
Molte di queste, proseguendo e approfondendo lo studio del Sistema, si somigliano e quindi più si prosegue e ci si addentra nello studio più risulta facile impararle, ricordarle ed eseguirle.
Le modalità di esecuzione sono anch'esse specifiche per ogni forma e includono caratteristiche differenti come ritmica, fluidità e velocità di esecuzione.
In più ogni forma richiede l'espressione corporea di determinati tipi di energie, alcune di queste, ad esempio, possono essere energie ad impatto secco, altre ad impatto "frustato" oppure "vibrato".
Alcune tecniche richiedono contrazione muscolare, altre rilassamento.
Oltre questo, alcune forme richiedono equilibrio, solidità e stabilità nelle posizioni, radicamento, altre dinamismo, leggerezza e notevole capacità di elevazione.
Ecco che lo studio di una forma diventa strumento essenziale e necessario per lo studio, l'allenamento e lo sviluppo di tutta una serie di abilità che portano l'allievo a padroneggiare quel particolare Stile e soprattutto lo portano a padroneggiare se stesso, cioè l'insieme di tutte le capacità espressive intrinseche che il nostro corpo di esseri umani ci permette di esprimere.

Anticamente i praticanti di arti marziali venivano visti quasi come super-uomini, persone in possesso di nozioni sulla fisiologia e sulle dinamiche psico-corporee superiori, che nessuno possedeva e che quindi grazie a queste conoscenze era reso loro possibile compiere ogni sorta di prodezze e azioni incredibili, impensabili per una persona comune.

Era opinione diffusa che questi "Illuminati", questi Maestri, vivessero in solitudine fra le montagne, in luoghi spesso inaccessibili e che solo di rado accettassero allievi cui poter insegnare quei millenari segreti.

Le forme venivano composte inizialmente dai Maestri per avere uno strumento di facile gestione che potesse racchiudere l'esecuzione di 40-50 tecniche marziali per volta, che cosi collegate e eseguite secondo un determinato ordine fossero facilmente memorizzabili e successivamente trasmissibili agli allievi.
Poiché il patrimonio tecnico marziale di uno stile di gongfu include mediamente un insieme di 150-200 tecniche e considerando che molte di queste tecniche includono varianti a seconda dell'altezza del bersaglio, a seconda della posizione comoda o più o meno scomoda in cui si trovano le gambe del praticante, e se ha in mano un'arma o meno, ecco che le possibili combinazioni di esecuzione cominciano a diventare molte di più.

Ogni tecnica codificata all'interno del Sistema deve poi poter essere eseguita sia a destra che a sinistra (il concetto di mancino non "dovrebbe" esistere per un praticante di gongfu) ecco che mettere insieme tutte queste tecniche in modo continuo e sequenziale fa si che le tecniche stesse diventino i mattoni che costituiscono il nucleo di uno stile di gongfu e le forme le mura che danno solidità e geometria all'edificio rappresentato dal particolare Stile di studio.

Durante il percorso di studio, i Maestri presentavano agli allievi le varie tecniche, una per una, li correggevano e li allenavano fino a che le tecniche prese singolarmente non fossero "entrate" nell'inconscio dell'allievo e potessero essere eseguite in modo più naturale, efficace e spontaneo possibile.

Dopo che l'allievo arrivava a padroneggiare 20-30 tecniche, il Maestro le riuniva tutte insieme codificando una forma, a volte la forma era una forma tradizionale, antica, fatta da Maestri del passato ed entrata nello Stile, altre volte la forma veniva codificata "su misura" per l'allievo, questo veniva fatto per lo più all'inizio, poi le forme tradizionali diventarono in numero consistente e quindi ci si limitava a tramandare quelle senza aggiungere nulla.

Ci sono storie e leggende famose, entrate nel patrimonio del gongfu da secoli, una di queste racconta di un Maestro di un famoso Stile insegnato ancora ai giorni nostri, che aveva codificato varie forme per i propri allievi perché uno di questi era zoppo di una gamba mentre un' altro era molto più alto del normale, avendo quindi fisicità completamente differenti il Maestro codificò 2 forme differenti, ma includendo le stesse tecniche, solo in ordine diverso e con piccole varianti, cosi che potessero venire incontro alle particolari esigenze dei suoi due allievi.

<<Non è l'allievo che deve adattarsi all'Arte ma l'Arte che deve adattarsi all'allievo>>

...e noi aggiungiamo….quando è il Maestro a deciderlo! ;-)

Comunque questa era l'usanza didattica che teneva conto dell'insegnamento dell'epoca con tutte le sue esigenze e necessità, a volte segretezza e riserbo, infatti codificare una forma significava spesso associarne all'esecuzione una poesia, cosi che le tecniche rappresentassero le differenti strofe.

Memorizzare una poesia risultava molto semplice quando l'insegnamento orale era la forma più comune di apprendimento e tutti i praticanti dello stesso stile sapevano fare il procedimento inverso, conoscendo le strofe della poesia e spesso il suo ritmo musicale potevano risalire facilmente all'esatta sequenza di tecniche che componevano la forma associata come pure il particolare ritmo necessario ad eseguirla.
Chiunque sentendo canticchiare un praticante in incognito mai sarebbe stato capace di risalire alla forma, poiché non si poteva conoscere l'associazione che esisteva fra le strofe e le singole sequenze tecniche…

<<…e Il gallo dorato cantò all'alba,
                      fra le prime nebbie del mattino,
                                   quando i fiori solitari salutano l'ultima stella della notte.
                                                   Solo allora riuscii a scorgere un drago verde che danzava nel cielo…
                                                                                      con la sua terribile coda nera frustava la brezza.>>

Queste 5 strofe nascondono altrettante 5 tecniche, che terminano con una sequenza del "Drago", solo i praticanti dello stile potevano conoscere l'esatto significato nascosto, senza contare che spesso, ad una stessa strofa, fra stili diversi corrispondevano tecniche diverse, era quindi davvero impossibile sapere che tecnica fosse e quindi di quale stile.

Il termine "forma" nel gongfu si dice "LU" che in cinese si traduce con "tragitto", "cammino".
"Mettersi in cammino" era un modo per indicare che l'allievo aveva iniziato il suo viaggio all'interno del gongfu.

Ecco che le tecniche che l'allievo padroneggiava diventavano le tappe di questo cammino, a volte lungo, incerto e sicuramente pieno di insidie.
Arrivare a conoscere il 4° o il 7° "cammino" significava, che fra tutti gli allievi, quell'allievo aveva completato le tecniche incluse in quelle forme e le padroneggiava alla perfezione, il sentiero che il Maestro aveva scelto per lui lo aveva condotto più avanti rispetto agli altri.

Nel 2000, purtroppo, nelle palestre moderne dove si insegna "gongfu" non c'è più traccia di tutto questo…anzi, alcune dinamiche di insegnamento prevedono una prassi completamente ribaltata.
Agli allievi si insegnano prima le forme, spesso lunghe e non adatte ad uno studio da principiante, e poi il "maestro" ne isola e scorpora le "tecniche", 2 o 3 (nel migliore dei casi 5 o 6), spiegando all'allievo desideroso che ogni tecnica di quella forma ha un senso e ha una sua specifica applicazione, spiega "dettagliatamente" quelle scelte e fa in modo che l'allievo le impari, poi passa ad insegnare le forme successive...
Questo per tutti gli allievi insieme, magari divisi per cinture e grado...

Ecco che arriva il giorno dell'esame, l'allievo viene esaminato sull'esecuzione delle forme, certo, sono importanti e rappresentano motivo di sviluppo indipendente e autonomo, lo abbiamo detto...ma le tecniche?
Si richiedono quelle 5-6 tecniche (nella migliore delle ipotesi) che si erano fatte studiare all'allievo e questi viene "lodato" per il numero di forme che conosce e sa eseguire…

Dove è finito il gongfu tradizionale?

Non ci interessa molto il fatto, già grave di per sè, che moltissimi praticanti si credono "forti" in uno stile solo perché conoscono 20 forme studiate in appena 5 anni, e vanno a "sbandierare" la loro presunta conoscenza su forum e community su Internet pubblicizzando la loro fantastica "scuola", ma come ricercatori e appassionati di questa meravigliosa Arte non possiamo fare a meno di diffondere il concetto filosofico che dietro al gongfu non c'è solo "un pugno che arriva", ma esiste una poetica che andrebbe rispettata e trasmessa perché parte integrante di una tradizione millenaria.
Nel gongfu c'è un cuore che trasmette una dedica emotiva, un cuore che unisce i praticanti di generazioni antiche che hanno condiviso e rispettato, e, cosi facendo, hanno tracciato il "cammino" per le generazioni successive, lasciando spesso una saggezza e conoscenza che andrebbe rispettata e fatta continuare a vivere!
...altrimenti non si sta facendo gongfu!
...si sta imitando il gongfu…e neanche nella sua espressione più efficace!

Migliaia di praticanti studiano gongfu e ricevono titoli per i loro meriti, spesso ricevuti al termine di gare e competizioni sportive fatte proprio per esibire l'esecuzione delle forme e, giudici "preparatissimi" su queste (ma che non hanno mai studiato nulla della reale tradizione cinese), si affannano per alzare le bandierine e votare l'esecutore che meglio ha saputo sollevare in alto la gamba o piegarla secondo matematiche geometrie…

<<Esistono infiniti modi per fare male una cosa…ma uno solo per farla bene>>.

 

Centro Studi Gongfu Tradizionale
Gruppo Ricerche Storiche e Filosofiche