Il Significato Tradizionale delle Forme
nel Gongfu
Nello studio del gongfu l'allievo incontra
molto presto il concetto di "forma", cioè una sequenza prestabilita di movimenti e di
tecniche che devono essere eseguite secondo modalità specifiche che sono
caratteristica propria di ogni Stile.
Le forme sono tutte diverse e nello studio di un Sistema l'allievo ne
incontra parecchie, un Sistema complesso e antico può comprendere lo
studio di 80-90 forme, esistono stili particolari che hanno un bagaglio
di conoscenze così vasto da includere nello studio addirittura più di 200 forme!
Molte di queste, proseguendo e approfondendo lo studio del Sistema, si
somigliano e quindi più si prosegue e ci si addentra nello studio più
risulta facile impararle, ricordarle ed eseguirle.
Le modalità di esecuzione sono anch'esse specifiche per ogni forma e includono
caratteristiche differenti come
ritmica, fluidità e velocità di esecuzione.
In più ogni forma richiede l'espressione corporea di determinati tipi di
energie, alcune di queste, ad esempio, possono essere energie ad impatto
secco, altre ad impatto "frustato" oppure "vibrato".
Alcune tecniche richiedono contrazione
muscolare, altre rilassamento.
Oltre questo, alcune forme richiedono equilibrio, solidità e stabilità
nelle posizioni, radicamento, altre dinamismo, leggerezza e notevole
capacità di elevazione. Ecco che lo studio di una forma diventa strumento essenziale e
necessario per lo studio, l'allenamento e lo sviluppo di tutta una serie
di abilità che portano l'allievo a padroneggiare quel particolare Stile
e soprattutto lo portano a padroneggiare se stesso, cioè l'insieme di
tutte le capacità espressive intrinseche che il nostro corpo di esseri
umani ci permette di esprimere.
Anticamente i praticanti di arti marziali venivano visti quasi come
super-uomini, persone in possesso di nozioni sulla fisiologia e sulle
dinamiche psico-corporee superiori, che nessuno possedeva e che quindi
grazie a queste conoscenze era reso loro possibile compiere ogni sorta di
prodezze e azioni incredibili, impensabili per una persona comune.
Era opinione diffusa che questi "Illuminati", questi Maestri, vivessero in
solitudine fra le montagne, in luoghi spesso inaccessibili e che solo di rado
accettassero allievi cui poter insegnare quei millenari segreti.
Le forme venivano composte inizialmente dai Maestri per avere uno
strumento di facile gestione che potesse racchiudere l'esecuzione
di 40-50 tecniche marziali per volta, che cosi collegate e eseguite
secondo un determinato ordine fossero facilmente memorizzabili e
successivamente trasmissibili agli allievi.
Poiché il patrimonio tecnico marziale di uno stile di gongfu
include mediamente un insieme di 150-200 tecniche e considerando che
molte di queste tecniche includono varianti a seconda dell'altezza del
bersaglio, a seconda della posizione comoda o più o meno scomoda in cui
si trovano le gambe del praticante, e se ha in mano un'arma o meno, ecco
che le possibili combinazioni di esecuzione cominciano a diventare molte
di più.
Ogni tecnica codificata all'interno del Sistema deve poi poter essere
eseguita sia a destra che a sinistra (il concetto di mancino non
"dovrebbe" esistere per un praticante di gongfu) ecco che mettere
insieme tutte queste tecniche in modo continuo e sequenziale fa si che
le tecniche stesse diventino i mattoni che costituiscono il nucleo di
uno stile di gongfu e le forme le mura che danno solidità e geometria
all'edificio rappresentato dal particolare Stile di studio.
Durante il percorso di studio, i Maestri presentavano agli allievi le
varie tecniche, una per una, li correggevano e li allenavano fino a che
le tecniche prese singolarmente non fossero "entrate" nell'inconscio
dell'allievo e potessero essere eseguite in modo più naturale, efficace e
spontaneo possibile.
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Dopo che l'allievo arrivava a padroneggiare 20-30 tecniche, il Maestro
le riuniva tutte insieme codificando una forma, a volte la forma era una
forma tradizionale, antica, fatta da Maestri del passato ed entrata
nello Stile, altre volte la forma veniva codificata "su misura" per
l'allievo, questo veniva fatto per lo più all'inizio, poi le forme
tradizionali diventarono in numero consistente e quindi ci si limitava a tramandare
quelle senza aggiungere nulla. |
Ci sono storie e leggende famose, entrate nel patrimonio del gongfu
da secoli, una di queste racconta di un Maestro di un
famoso Stile insegnato ancora ai giorni nostri, che aveva codificato
varie forme per i propri allievi perché uno di questi era zoppo di una
gamba mentre un' altro era molto più alto del normale, avendo quindi
fisicità completamente differenti il Maestro codificò 2 forme
differenti, ma includendo le stesse tecniche, solo in ordine diverso e
con piccole varianti, cosi che potessero venire incontro alle
particolari esigenze dei suoi due allievi.
<<Non è l'allievo che deve adattarsi all'Arte ma l'Arte
che deve adattarsi all'allievo>>
...e noi aggiungiamo….quando è il Maestro a
deciderlo! ;-)
Comunque questa era l'usanza didattica che teneva conto
dell'insegnamento dell'epoca con tutte le sue esigenze e
necessità, a volte segretezza e riserbo, infatti codificare
una forma significava spesso associarne all'esecuzione una
poesia, cosi che le tecniche rappresentassero le differenti
strofe.
Memorizzare una poesia risultava molto semplice quando
l'insegnamento orale era la forma più comune di
apprendimento e tutti i praticanti dello stesso stile
sapevano fare il procedimento inverso, conoscendo le strofe
della poesia e spesso il suo ritmo musicale potevano
risalire facilmente all'esatta sequenza di tecniche che
componevano la forma associata come pure il particolare
ritmo necessario ad eseguirla. Chiunque sentendo
canticchiare un praticante in incognito mai sarebbe stato
capace di risalire alla forma, poiché non si poteva
conoscere l'associazione che esisteva fra le strofe e le
singole sequenze tecniche…
<<…e Il gallo dorato cantò
all'alba,
fra le prime nebbie del mattino,
quando i fiori solitari salutano l'ultima stella della
notte.
Solo allora riuscii a scorgere un drago verde che danzava
nel cielo…
con la sua terribile coda nera frustava la brezza.>>
Queste 5 strofe nascondono altrettante 5 tecniche, che terminano con una
sequenza del "Drago", solo i praticanti dello stile potevano conoscere
l'esatto significato nascosto, senza contare che spesso, ad una stessa
strofa, fra stili diversi corrispondevano tecniche diverse, era quindi
davvero impossibile sapere che tecnica fosse e quindi di quale stile.
Il termine "forma" nel gongfu si dice "LU" che in cinese si traduce con
"tragitto", "cammino".
"Mettersi in cammino" era un modo per indicare che l'allievo aveva
iniziato il suo viaggio all'interno del gongfu.
Ecco che le tecniche che l'allievo padroneggiava diventavano le tappe di
questo cammino, a volte lungo, incerto e sicuramente pieno di insidie.
Arrivare a conoscere il 4° o il 7° "cammino" significava, che fra tutti
gli allievi, quell'allievo aveva completato le tecniche incluse in
quelle forme e le padroneggiava alla perfezione, il sentiero che il
Maestro aveva scelto per lui lo aveva condotto più avanti rispetto
agli altri.
Nel 2000, purtroppo, nelle palestre moderne dove si insegna "gongfu" non
c'è più traccia di tutto questo…anzi, alcune dinamiche di insegnamento
prevedono una prassi completamente ribaltata.
Agli allievi si insegnano prima le forme, spesso lunghe e non adatte ad
uno studio da principiante, e poi il "maestro" ne isola e scorpora le
"tecniche", 2 o 3 (nel migliore dei casi 5 o 6), spiegando all'allievo
desideroso che ogni tecnica di quella forma ha un senso e ha una sua
specifica applicazione, spiega "dettagliatamente" quelle scelte e fa in
modo che l'allievo le impari, poi passa ad insegnare le forme
successive...
Questo per tutti gli allievi insieme, magari divisi per cinture e grado...
Ecco che arriva il giorno dell'esame, l'allievo viene esaminato
sull'esecuzione delle forme, certo, sono importanti e rappresentano
motivo di sviluppo indipendente e autonomo, lo abbiamo detto...ma le tecniche? Si
richiedono quelle 5-6 tecniche (nella migliore delle ipotesi) che si
erano fatte studiare all'allievo e questi viene "lodato" per il numero
di forme che conosce e sa eseguire…
Dove è finito il gongfu tradizionale?
Non ci interessa molto il fatto, già grave di per sè, che moltissimi
praticanti si credono "forti" in uno stile solo perché conoscono 20
forme studiate in appena 5 anni, e vanno a "sbandierare" la loro
presunta conoscenza su forum e community su Internet pubblicizzando la
loro fantastica "scuola", ma come ricercatori e appassionati
di questa meravigliosa Arte non possiamo fare a meno di diffondere
il concetto filosofico che dietro al gongfu non c'è solo "un pugno che arriva", ma esiste una
poetica che andrebbe rispettata e trasmessa perché parte integrante di
una tradizione millenaria.
Nel gongfu c'è un cuore che trasmette una dedica emotiva, un cuore che unisce i praticanti di
generazioni antiche che hanno condiviso e rispettato, e, cosi facendo,
hanno tracciato il "cammino" per le generazioni successive, lasciando
spesso una saggezza e conoscenza che andrebbe rispettata e fatta
continuare a vivere! ...altrimenti non si sta facendo gongfu!
...si sta imitando il gongfu…e neanche nella sua espressione più
efficace!
Migliaia di praticanti studiano gongfu e ricevono titoli per i loro
meriti, spesso ricevuti al termine di gare e competizioni sportive fatte
proprio per esibire l'esecuzione delle forme e, giudici "preparatissimi"
su queste (ma che non hanno mai studiato nulla della reale tradizione
cinese), si affannano per alzare le bandierine e votare l'esecutore
che meglio ha saputo sollevare in alto la gamba o piegarla secondo
matematiche geometrie…
<<Esistono infiniti modi per fare male una cosa…ma uno solo per farla
bene>>.
Centro Studi Gongfu
Tradizionale
Gruppo Ricerche Storiche e
Filosofiche
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