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Giugno 2009

Roma Festival del Fitness 2009

Dall'11 giugno al 14 giugno si è svolto alla Nuova Fiera di Roma, il 21° Fitness Festival, 3 padiglioni adiacenti più i 2 corrispettivi intermezzi all'aperto, con stand di tutti i tipi, dalle aziende di riferimento per gli integratori multivitaminici per sportivi, a stand di massaggio shiatsu dove il pubblico poteva prenotare, in questi 4 giorni, un massaggio gratuito.
Non mancavano gli spazi spinning, step, danza, aerobica, grappling e tutti i moderni derivati di questi, dal cardio-tonic all'aero-fit boxing, come pure le novità dell'anno, come ad esempio l'aerobica aiutati da una sbarra verticale piantata nel pavimento (in pratica una lap-dance al ritmo di hip-hop).
Particolarmente apprezzato è stato lo spazio dedicato al parkour di Roma, dove a ritmi serrati i giovani atleti si esibivano con capriole e salti mozzafiato.

Ovviamente in tutto questo non potevano mancare gli spazi dedicati alle arti marziali, che hanno goduto di ben metà del terzo padiglione, con 6 tappeti più un ring e all'interno di questi si allenavano le varie scuole che a turni se li gestivano.

Abbiamo passato un giorno intero all'interno della fiera, osservando attentamente ogni cosa e anche divertendoci ai vari stand, provando tutto quello che ci colpiva maggiormente.

Sono molte le considerazioni da fare e non tutte positive, se l'aria che si respirava era quella gioiosa di una bellissima fiera dove sicuramente sono stati spesi moltissimi soldi per curare l'organizzazione, che è sempre stata puntuale negli orari e nei servizi (bagni perfetti e diversi punti ristoro che hanno dato modo al pubblico di non dover fare code eccessive rispetto degli orari di inizio delle varie attività) sicuramente possiamo, dal punto di vista di tecnici marziali, dire la nostra su moltissimi aspetti a nostro avviso criticabili e su cui non ci riconosciamo affatto.

Veniamo dal mondo marziale, delle palestre e degli stage all'aperto, ma a differenza di molte palestre di arti marziali d'Italia, ci siamo forgiati anche respirando quell' ossigeno ricco di suggestioni che il mondo orientale ci ha fatto amare e che ci nutre continuamente dando forza alla nostra passione per il gongfu tradizionale, e questa ricchezza, che ci viene dal passato, ci permette di cogliere, a volte, tante piccole sfumature che sfuggono a chi ha fatto dell'allenamento (e insegnamento) in palestra il proprio unico e ripetitivo stile di vita.

E se una volta, tanto tempo fa, praticare arti marziali o qualsiasi altra disciplina "sportiva" (passatemi il termine) significava, agli occhi di tutti, far parte di una elitè che studiava, praticava e diffondeva intorno a sè l'arte del benessere e della lunga vita (quello che in Cina veniva chiamato Gongfu), ora, il significato di benessere che la società del marketing spietato vuole spingere a tutti i costi non è più questa, non è più, ai nostri occhi, una scelta sana, una scelta che viene vista con ammirazione e che unisce emozioni come la ricchezza interiore, la dedizione e la costanza nel fare di una vita una Via.

Il vecchio "mens sana in corpore sano" ha esalato l'ultimo respiro...

La maggior parte del pubblico che ha partecipato a questa fiera (circa un 60%), e l'osservazione era palese, era un pubblico di "palestrati" che cercava l'ultimo ritrovato in termini di integratori e mix multi-energetici, che cercava il suo spazio per fare "passerella" e vestito non come pubblico partecipante, ma come culturista per farsi ammirare, si dirigeva direttamente nell'area a lui adibita, dove sapeva di poter trovare il suo confortevole habitat di sempre; il "fanatico" di sollevamento pesi nell'area attrezzi e la "gasata" di fitness in spiaggia con il suo bel perizoma a far muovere il pallone elastico a ritmo di hip-hop sulla spiaggia artificiale creata ad-hoc.

Zero discorsi, zero riflessioni e purtroppo zero socializzazione, ognuno chiuso dentro il suo spazio, sapeva cosa trovare, come trovarlo e cosa fare una volta averlo trovato.

Le hostess che partecipavano alla fiera, scelte accuratamente per il fisico asciutto e le forme tirate ma spesso procaci dove serviva (anche a suon di silicone), sfoggiavano completini ammiccanti dando volantini fra gli stand e tutto questo completava la sensazione generale che ormai il connubio fitness e benessere significa dover mostrare a tutti i costi un "fisico da fumetto" o da "pin-up patinata", a dispetto della salute e del rispetto del corpo stesso, dove il risultato è dato più da una dieta ipercalorica a suon di tavolette energetiche e dalla bravura di un buon chirurgo estetico che di una scelta di vita mirata all'insegna del vero esercizio fisico, fatto con passione, voglia di condivisione e sopratutto di vivere all'aria aperta.

Non era raro, girando per la fiera, imbattersi in donne di almeno 65 anni in fuseau aderenti, con lifting, più volte ripetuti, che si scorgevano ampiamente sui visi e sui decoltè...peccato che le gambe e le braccia tradissero la vera età...e vi assicuro che lo spettacolo, se non fosse per il suo aspetto intrinsecamente ridicolo, non era per nulla gradevole!

Insomma se non mostri un fisico asciutto e perfetto, nel mondo del fitness, sei out!
L'ostentazione della fisicità è diventato l'imperativo categorico dominante, sia maschile che femminile e poco importa se per raggiungerlo dai mostra di perfetta ignoranza sul metabolismo del fegato o se ci arrivi senza aver mai fatto un minimo studio sul ciclo di Krebs, però ci si rifà dando prova di conoscere a memoria lo studio...del proprio chirurgo plastico.
Su questo terreno proliferano personal trainer dell'ultima ora che consigliano albume d'uovo crudo liofilizzato a colazione per migliorare la definizione dei muscoli o i coach bio-dinamici che però hanno il viso scavato, dimostrano 20 anni di più e hanno pure le spalle rigide come appendi-abiti.

Il mondo marziale che si viveva all'interno della fiera, se non per un paio di eccezioni, e' stato anch'esso deludente, le solite scuole romane che da sempre fanno a gara per accaparrarsi un tappeto dove potersi esibire, sempre le stesse, sempre affamate di allievi per "tirare a campare", sempre le stesse brutte figure di fronte a ciò che è eleganza e savoir-faire.

Chi come noi che da sempre e' stato presente all'interno del panorama marziale delle esibizioni romane, a volte come esecutore a volte come pubblico, non può non storcere il naso quando ad una fiera importante come questa, vede lo scempio che viene costruito agli occhi del pubblico dell'immagine del gongfu.
E' dire che all'evento hanno partecipato anche scuole venute da diverse parti d'Italia, Napoli, Firenze, Milano...
Molte scuole si sono presentate sul tappeto con più di 30 allievi, tappeto che era circa 8 metri per lato, risultato...neanche 2 metri quadrati disponibili per lo spazio vitale delle tecniche, ne ha risentito l'efficacia di queste ma sopratutto l'impossibilità, da parte del pubblico, di potersele godere, tanta era la calca di allievi che si muovevano all'interno del tappeto.

A tutto questo si aggiungeva il fatto che per voler dar sfoggio di tutti questi allievi, le scuole hanno fatto partecipare anche i principianti, così davvero non era possibile capire chi eseguisse le tecniche correttamente rispetto ad altri...agli occhi di un pubblico ignaro, credo che la cosa dovesse apparire davvero poco estetica...

Le persone, alcune, le più curiose, passavano lì davanti senza sapere come chiedere informazioni su quello che vedevano, non erano presenti cartelli che indicassero che stile o almeno quale fosse la palestra di turno (si doveva cercare di leggere, quando possibile, le magliette degli allievi, dove sulla schiena, solo per alcuni, mostravano un logo o un nome di riferimento) e in più gli stessi maestri erano spesso al centro della calca, le persone che passavano non sapevano che se lo chiedevano potevano praticare, li insieme agli altri, e avere delle lezioni gratuite durante il tempo di permanenza sul tappeto della scuola di turno.
Cosi, dopo una fugace occhiata, se ne andavano interdette, continuando il giro nella fiera...a pomeriggio inoltrato incredibilmente erano solo gli allievi stessi delle varie scuole che si scambiavano lezioni fra di loro...curiosi di provare lo stile praticato dal vicino...di tappeto.

Nessuna esibizione fatta con l'intento di stupire e avvicinare concretamente il pubblico, nessuno spettacolo degno di questo nome...le solite scuole, i soliti maestri e purtroppo, si vedevano anche le stesse tecniche, ormai ripetute nelle manifestazioni da anni, mancanza di ritmo, mancanza di novità, mancanza di passione, mancanza di piacere!

 

Centro Studi Gongfu Tradizionale
Gruppo Ricerche Storiche e Filosofiche